Chimay

Chimay

Chimay è uno dei marchi di birra più noti al mondo e ha contribuito senz’ombra di dubbio alla diffusione della birra artigianale ispirando diversi birrai. Lo stesso Teo Musso di Baladin, uno dei primi microbirrifici artigianali in Italia, dichiara di essersi appassionato al mondo brassicolo assaggiando una bottiglia di Grande Réserve.

La birra è prodotta presso l'abbazia di Notre Dame de Scourmont che sorge sull’omonima collina nei pressi di Chimay, un paesino di 10.000 abitanti in Vallonia nel bel mezzo della foresta delle Ardenne. La prima pietra dell’abbazia venne posata nel 1850 quando il Principe di Chimay invitò 17 monaci di Westvleteren a fondare una nuova abbazia cistercense. I lavori proseguirono duramente per 12 anni fino al 1862 quando i monaci avviarono una fiorente attività di produzione di birra e formaggio.

La prima birra prodotta pare fosse una bassa fermentazione, simile alle birre di Dortmund, che venne commercializzata col nome Bavaria.

Poco tempo dopo questa birra fu soppiantata da una brown ale probabilmente ispirata da una ricetta di Westvleteren. 

I monaci decisero di produrre due birre differenti: la prima, più leggera, era destinata al consumo interno al monastero ed era spillata direttamente dalla botte mentre la seconda, destinata alla commercializzazione, fu chiamata Biere Forte a causa del grado alcolico più elevato e venne imbottigliata.

Sin da allora i monaci di Chimay si dimostrarono lungimiranti e utilizzarono per primi le bottiglie da 75 cl chiuse con tappi in sughero.

L’attività brassicola venne interrotta nel periodo dei conflitti mondiali durante i quali gli impianti vennero sottratti a fini bellici. 

Il rilancio della produzione è dovuto a due figure di spicco: Padre Théodore, il più illuminato e valente monaco birraio prodotto dall’abbazia, e Jean DeClerck, professore all’Università di Lovanio, che si guadagnò il rispetto della comunità e la sepoltura nell’abbazia grazie alla selezione e coltivazione del lievito responsabile del salto qualitativo delle birre di Scourmont. 

Dopo la morte di padre Théodore la produzione è rimasta interna all’abbazia ma demandata al lavoro di laici. L’imbottigliamento viene effettuato nel paese di Baileux dove i monaci svolgono anche l’attività casearia producendo ottimi formaggi.

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